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22 March 2015

Narnia, una "Valle del Tao"

Il primo libro delle Cronache di Narnia, "Il Leone, la Strega, l'Armadio" è un bell'esempio di "Valle del Tao". Alcune delle mie annotazioni saranno più comprensibili a chi ha una minima conoscenza della "Valle", pur tuttavia il filo conduttore della vicenda ha profondi risvolti sulla vita di ognuno.
Mi rifaccio al film perché il libro l'ho letto molto tempo fa.


Quattro ragazzi si ritrovano in Narnia, un mondo fantastico. Vi entrano da un armadio, da una porta. Si entra sempre da una porta nel mondo interiore, mondo precluso dalla nostra coscienza, sempre vigile affinché si resti nel cosiddetto mondo reale. Ogni meditazione esige una porta, Narnia ne ha una: l'armadio. Anche Tolkien, nel Signore degli anelli, fa entrare i quattro hobbit protagonisti nella "Valle" di Tom Bombadill da un cancello di una lunghissima e inaccessibile siepe.
La porta segna il passaggio da un emisfero cerebrale ad un altro. Purtroppo viene troppo poco cercata nella nostra frenetica civiltà.


Siamo a Londra, seconda guerra mondiale, durante i violenti bombardamenti nazisti. I giovani venivano messi in salvo nelle campagne.
I nostri quattro protagonisti si ritrovano, soli e tristi in una bella tenuta. L'apertura della porta che da l'accesso a Narnia avviene grazie alla più piccola, quella che mantiene ancora in sé lo spirito puro dei neonati, ancora non corrotto dall'ego come i fratelli che litigano fra di loro. Il nostro bambino interiore, non ancora bambino vampiro.


La Valle al di là della porta è piena di neve, fredda. È come il loro umore, come il mondo in guerra, il mondo dove l'ego impazza: una Valle fredda è sempre interpretabile in questo modo.
La bambina che al termine sarà la regina dell'est, cioè del nostro lato Yang, incontra un Fauno (qui vi rimando ad un altro mio articolo, il labirinto del fauno). Il fauno ha gli zoccoli, è un quadrupede.


La piccola accende una scintilla di speranza portando il suo candore-calore nella Valle e il Fauno ne è subito influenzato, liberandosi dagli influssi dell'ego. Ego che Lewis, l'autore di Narnia, rappresenta con una donna, la regina di ghiaccio. Al fratello minore, il più turbato dalla guerra, che al termine sarà il re dell'Ovest, la nostra parte Yin, avviene di incontrarla subito appena fa il suo ingresso nella Valle, lui, il suo ego, tiene la Valle bloccata e l'incontro fra i due, non è casuale. Il lato uccello, la mente è turbata.


L'asse Nord-Sud della Valle è rappresentato dagli altri due fratelli, il maggiore diventerà il re del Nord, la testa, mentre la sorella sarà regina del Sud, la pancia. Nonostante i loro dubbi e le loro ansie, entrano bene in Narnia e ben presto assieme alla sorellina si avviano alla ricerca dell'elemento essenziale della Valle, il centro, il cuore, rappresentato da Aslan, il Leone. Ogni Valle è preda dell'ego senza lo spirito, senza il cuore.

I nostri tre ragazzi passano un altro elemento base della Valle: Fiume. Questo è ghiacciato, l'acqua, la vita non può quindi fluire, la causa è l'assenza dell'elemento equilibrante di Fiume: Fuoco. Non può esserci fuoco perché la regina del ghiaccio spegne ogni vita col suo mortale tocco, trasformando ogni essere vivente della Valle in pietra. Nella valli si trovavo tante pietre, sono tutti gli episodi della nostra vita accadutici che abbiamo voluto rimuovere senza usare consapevolezza per scioglierli, per capirli. La coscienza, l'ego, li rimuove, si difende così in maniera stolta e la persona perde vita man mano che la vita procede.

I ragazzi avvicinandosi al Leone, cioè all'equilibrio di acqua e fuoco, fanno sì che avvenga il disgelo, che torni il calore che scioglie il ghiaccio e rispunta dopo cento anni la primavera. Qui avviene un episodio che un adulto potrebbe trovare ridicolo, arriva Babbo Natale portando doni ai ragazzi. Eppure il simbolismo e profondo, Babbo Natale è il vecchio saggio, l'anno vecchio che finisce e quindi rappresenta il ciclo della vita che può ricominciare. 


Ogni ciclo porta doni, il ciclo produce sempre qualcosa. E i ragazzi ricevono questi doni, il Nord una spada, il simbolo della saggezza che taglia il vero dal falso, il Sud riceve un arco col quale decide di vita e morte come i nostri genitali, l'Est ha in dono una pozione guaritrice come la nostra mano destra sa fare. Manca sempre l'Ovest. Il ricongiungimento avviene quando tutti e quattro arrivano da Aslan, cioè sono ora al centro della Valle.

Sconfitto l'ego i quattro ragazzi sono ora re e regine e governano i loro punti cardinali, e Aslan è al loro centro. Ora la Valle è in perfetto equilibrio è la persona, (Una persona, una Valle) è completa.

L'autore purtroppo lascia che Aslan vada via e i nostri ragazzi si ritrovano fuori dalla Valle, fuori dalla porta dell'armadio e li vediamo alla fine del film bisticciare  ancora fra di loro. Senza Aslan questo è la normalità.


Nota per il Sud: Se il seme esce e la vagina accetta si ha vita esteriore.
Se il seme esce e si disperde o la vagina non accetta si ha morte esteriore ed interiore.
Se il seme non esce e la vagina accetta si ha vita interiore con l'orgasmo di entrambi.


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